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All’artista molfettese Gaetano Grillo, la Paul Harris. Una serata all’insegna di arte e bellezza

All’artista molfettese Gaetano Grillo, la Paul Harris dal Rotary Club di Molfetta: una serata all’i


Storia e memoria: si può, in estrema sintesi, descrivere in due parole l’opera dell’artista Gaetano Grillo di Molfetta, che da anni vive e opera a Milano dove ha anche insegnato all’Accademia di Brera.

Grillo è uno degli artisti più interessanti del nostro tempo, il suo lavoro rompe con l’antico, non nel senso che cancella storia e memoria, anzi! Sono proprio storia e memoria a spingere l’artista a non ripercorrere i soliti sentieri di una certa arte contemporanea che parte dai paesaggi per finire alle nature morte o ai ritratti.

No, Grillo racconta storia e memoria della sua epoca rifuggendo dalla sudditanza di certi cliché artistici, contribuendo così al rinnovamento culturale caratteristico dei primi anni Settanta, senza farsi coinvolgere nel conformismo ideologico dell’epoca.

Lo racconta lui stesso in un incontro al Rotary Club di Molfetta, che ha voluto concedergli l’onorificenza Paul Harris Fellow per essersi distinto alla diffusione della cultura, contribuendo con la sua testimonianza al diffondersi delle relazioni amichevoli e alla comprensione fra i popoli.


Gaetano Grillo, già docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, è autore della grande opera “Le nuove torri di Molfetta”, installata all’ingresso della città di Molfetta e ha donata al Comune. L’opera si ispira alle antiche torri normanne del Duomo antico, da sempre simbolo della città e si propone, a distanza di un millennio, come nuova porta di una Molfetta rivolta al futuro, aperta, multiculturale e operosa. L’opera è interamente realizzata in acciaio inox e pietra di Trani.

La sua pittura – come ha ricordato il presidente del Rotary Club di Molfetta, Felice de Sanctis, venerdì 20 maggio, nel corso di una serata all’insegna dell’arte e della bellezza -, fatta di simboli, segni, alfabeti (il Grillico), ricordi generazionali, figure immaginarie è il suo vissuto che trasfonde sulle sue tele: sono i simboli della civiltà contemporanea, i messaggi per la salvaguardia dell’ambiente e del creato, unico percorso per salvare l’umanità e l’ambiente che ci circonda.


Grillo ha raccontato al Rotary la sua vita personale e artistica che ha ispirato anche il cortometraggio pluripremiato “Rainbow” dell’artista montenegrino Alexandar Vujovic.

Nel 1970 e 1971 avevo solo diciotto, diciannove anni e facevo interventi nell’ambiente utilizzando delle lunghe corde con le quali mi legavo a vari luoghi della mia terra di Puglia per enfatizzare il timore della perdita d’identità e dunque il bisogno di legare indissolubilmente il mio corpo al mio territorio originario. Erano performances ma già nel 1972 teorizzai il ritorno alla pittura e la mia mostra personale a Milano nel 1976 volli fortemente intitolarla “Sono felice quando dipingo”. Fui uno dei primi artisti italiani ad invertire la rotta del concettualismo affermando un recupero della specificità dei linguaggi dell’arte. Per tutti gli anni ottanta ho fortemente dipinto ed esposto in Italia e in molte capitali europee. La morte prematura di mio padre mi costrinse però ad assentarmi dalla scena ed altri miei colleghi ebbero in quegli anni molto più successo di me ma le opere e i documenti restano e sono come pietre miliari dalle quali la storia non può prescindere ed ora forse il tempo sta riconoscendo i miei meriti.

Non poteva mancare un ricordo di Molfetta sua città natale: per me è tutto, passato, presente e futuro. Luogo mitico, ogni filamento più sottile delle mie radici si trova in quel luogo. Naturalmente per poter crescere come artista non vi ho potuto risiedere quanto avrei desiderato ma sono sempre indissolubilmente legato a lei; pensarla mi genera sempre emozioni forti e tanta nostalgia; vorrei fare di più quanto generalmente mi sforzo di fare.

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