Festa dei fuochi di S. Antonio Abate a Giovinazzo

Un altro evento che ha visto grande partecipazione dei soci del Rotary Club di Molfetta è la serata a Giovinazzo per i Fuochi di S. Antonio Abate.

Leggenda e storia si coniugano in questo evento che segna l’inizio del carnevale. Da qui il detto giovinazzese “Sant’Antonio maschere e suoni”.

Alcuni fanno risalire questa tradizione al XV secolo, legandola ai festeggiamenti per la liberazione della città dalla tirannia di Giulio Antonio Orsini, Principe di Taranto, che nelle sue scorrerie aveva distrutto l'agro giovinazzese ed assediato la città costringendola a forti carestie. Altri la legano alla figura di Sant’Antonio Abate, eremita del II sec, protettore degli animali domestici e legato al culto del fuoco.

I falò sono anche un'occasione importante per gustare i cibi della tradizione contadina: le olive e le fave che venivano cotte lentamente al calore del fuoco in contenitori di terracotta.

I rotariani guidati dal presidente giovinazzese Michele Catalano hanno percorso le strade del centro storico per vedere i circa 20 fuochi accesi nelle varie piazzette, mentre il fuoco più grande è stato preparato nella grande piazza centrale Vittorio Emanuele.


Dopo il giro turistico, gli amici rotariani sono stati accolti dal fuoco dei caminetti della bella villa del socio Saverio Daconto che ha riscaldato le membra infreddolite e i cuori dei rotariani per la serata in amicizia, gustando le delizie tipiche della tradizione di S. Antonio.

Nei caratteristici “pegnatìdde” (tegami in terracotta) sono state cucinate le “caprjéte” (grosse fave), accompagnate dalle succulente braciole preparate con carne di cavallo con contorno di olive e un buon bicchiere di vino rosso.
